Descrizione Progetto

Profilo dell’ opera

Terremoto

ANNO 2012

Profilo dell’opera

Terremoto

2012

Tecnica

Acrilico e gesso su tela

Formato

100 x 150 cm

Tela

Info

È raro che passino così tanti pensieri prima di abbandonarmi; così come è raro che la posizione sia da rimodulare così tante volte.
Supina, con le mani che si incastrano subito sotto il petto, mi lascio dondolare fra i pensieri e il corpo. Seguo le gratificazioni, respiro dai piedi alla testa perdendomi chissà quante volte a contare per multipli di sette, o mi lascio abbindolare dalla scarsità, precipitando in qualche ferita; respiro nel collo – che domani non sia teso! Rotolo sul fianco sinistro, sul destro, con le gambe in grembo o con quella posteriore distesa. Poi riprendo il giro, con anche un tentativo a pancia in giù, la testa a sinistra perché ormai ho perso la simmetricità in questo mondo bipolare.
Arriva un momento in cui realizzo di non essermi ancora addormentata. Casualmente sono le due e 38. Ci sono periodi in cui i numeri saltellano in sequenze ripetute, ormai familiari, ma questa non mi dice niente. Solo che sarà stato un caffè fuori orario, o forse un filo sottotraccia che eccita a cascata le mie cellule. Come succede nei periodi di preoccupazione più o meno latente o piuttosto il giorno prima di un appuntamento in aeroporto alle 5 e mezzo.
Non riesco a prender sonno, a farmi prendere dal sonno. Va be’ è sabato, domani si dorme!
Sarà passata una mezz’oretta. Provo ad aprire gli occhi. Ho sonno ma comincio ad annoiarmi dei miei stessi circuiti mentali in una crescente irrequietezza.
Sono quasi le quattro e non ho sottomano un libro, anzi, sono più vicine le sigarette… fianco sinistro.
Dopo una certa ora so che le probabilità di addormentarmi diminuiscono drasticamente, ma non demordo nella speranza di sciogliere ciò che mi trattiene. Invoco Orfeo. E il mercante di sabbia che rovesci sulle mie palpebre soffice terra granulosa.
Mi alzo, sono quasi le sei. Sfilo la tela più grande che ho, un metro per uno e mezzo. La poso per terra, apro il barattolo di rosso, più acqua, meno acqua. Il pennello si intinge da solo, le gocce si incamminano da sole nei solchi, creando fratture.
Intorno un fiore, un’onda, il tempo? Chi grida e perché?
La mattina del 20 maggio ho dormito fino a tardi, beata e inconsapevole.
Il terremoto è stato di intensità 5.9 sulla scala Richter e si è registrato alle ore 04.03.52 con epicentro nel territorio di Finale Emilia e ipocentro a una profondità di 6.3 km.

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